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XI BIENNALE D'ARTE

01.05.02022 - 31.07.2022  CHIUSURA PROROGATA AL 06 GENNAIO 2023

Giovanni Barbisan, pittore e incisore trevigiano, morì all'improvviso, a 74 anni, il 17 giugno del 1988 nella pineta di Orbetello mentre era intento a ritrarne un angolo suggestivo: si concludeva dunque nel modo più gloriosamente coerente con una vita d'artista – morire dipingendo – un percorso iniziato poco più che ragazzo quasi sessant'anni innanzi.

Dopo la sua scomparsa i musei di Treviso gli hanno reso omaggio con una mostra antologica nel 1989 – primo anniversario – e quindi nel decennale (in realtà scivolato al 1999) con una mostra focalizzata agli “anni di Novecento”: esposizione che ha approfondito il periodo iniziale di Barbisan, con la frequentazione dell'Accademia e i precoci successi alle esposizioni, che lo videro partecipare appena ventiduenne alla Biennale del 1936. Infine la grande mostra per il centenario della nascita nel 2014, che, attraverso l'esposizione di ben 135 opere tra pittura e grafica, diede conto in maniera completa e approfondita del suo percorso.

Vanno inoltre doverosamente citati i due ponderosi volumi – promossi da Lina Cecconello, vedova dell'artista – curati da Marco Goldin, dedicati il primo nel 1991 – dal semplice titolo Giovanni Barbisan – alla produzione sia di pittore che di grafico, ma particolarmente prezioso per l'approfondita lettura della produzione pittorica da parte di Guido Giuffrè; il secondo invece – Giovanni Barbisan. Incisioni 1933-1988, èdito nel 1993si pone quale importante catalogo ragionato dell'intera opera incisoria, impreziosito da saggi dello stesso Goldin e inoltre di Fabrizio D'Amico, Sileno Salvagnini e Marco Vallora.

E' sulla scorta dei cataloghi delle mostre e degli studi approfonditi testé citati che si può affrontare l'impegno della presente mostra, rivolta, dalla suggestiva sede dell'Abbazia di Rosazzo a Manzano, a un pubblico eminentemente friulano ma non solo, dal momento che questo importante luogo d'arte – data la vicinanza a confini di altri stati europei – esercita una discreta attrattiva anche su un pubblico internazionale.

Il cuore della mostra è dato da una cospicua collezione friulana di opere di Barbisan, rivolta in particolare alle sue nature morte e ai raffinati soggetti di fiori, ma impreziosita altresì da rarissimi esemplari di pittura di quel triennio 1945-1947 in cui l'artista, attraverso la luce naturale, scompone la forma, che si individua per filamenti e colpi di pennello accostati; l'esposizione è inoltre arricchita da un buon numero di opere sia di pittura che di grafica che, provenienti dall'archivio di Giovanni Barbisan curato dal figlio Gaddo, integrano e completano in maniera abbastanza coerente il percorso, con attenzione anche ai diversi “generi” praticati dal pittore, dalle figure e ritratti – compresi alcuni significativi autoritratti – alle nature morte, ai paesaggi dal sontuoso naturalismo.

E proprio seguendo lo sviluppo della mostra sarà possibile articolare un discorso utile alla ricostruzione della vicenda artistica di Giovanni Barbisan.

testo del Prof. Eugenio Manzato

 

La mostra, inaugurata il 1° maggio 2022 farà da cornice ai vari eventi che si susseguono tra le mura abbaziali, fino al 31 luglio 2022 fino al 06 gennaio 2023. E' visitabile tutti i giorni dal lunedì alla Domenica dalle 9:30 alle 12:30 e dalle 15:00 alle 18:00.

Si ringraziano tutti gli enti e le aziende che hanno reso possibile la realizzazione di questa mostra:

I Comuni di Manzano, di Corno di Rosazzo e di San Giovanni al Natisone. La Fondazione Friuli, l'Arcidiocesi e il Museo di Arte Contemporanea Atchugarry. 

Le Banche territoriali BancaTer e CiviBank. 

Alessandro Calligaris & C. SAPA, Livio Felluga, Frag, Agenzia Assicurativa Generali di Manzano, Gurisan Sedie, Ilcam, In's Mercato, Linea Fabbrica, Arredamenti Livon, Mattiazzi, Metal World, Palma Chairs, Pettarini, Piussi, Suma, Rigised e Fratelli Tulissi.