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“Suso in Italia bella"

GIOVEDÌ 4 LUGLIO ABBAZIA DI ROSAZZO

ORE 20.00 Visita guidata al complesso abbaziale e alle cantine storiche

ORE 21.00 UNIO MYSTICA Il fuoco spirituale del Medioevo

Al termine Buffet storico

 

ARS CHORALIS COELN (D)

Maria Jonas canto,

direzione Cora Schmeiser,

Pamela Petsch,

Christine Wehler canto

Susanne Ansorg viella, campane

 

CANTI DI HILDEGARD VON BINGEN (1098- 1179), CANTI GREGORIANI E INNI DEL DUOMO DI COLONIA Liber SCIVAS, XIII visione della terza parte: “Poi vidi un’atmosfera tutta trasparente. In essa, udii in modo miracoloso i diversi suoni delle armonie: canti di lode, lamenti e il canto confortante delle potenze celesti. E questo suono, che proruppe come un coro di voci in armonia di canto dall’alto, disse quanto segue...” (inizio della XIII visione di “Scivias” )

La sapienza compositiva di Hildegard – creazioni conseguenti alla sue visioni – era nota almeno a partire dal 1145-1150 circa. Nel XII secolo, un’epoca in cui gran parte delle parte delle opere era di autore anonimo, Hildegard lasciò la più imponente raccolta di musica attribuibile con certezza ad un autore: canti che erano parte della quotidiana liturgia delle ore nella comunità del monastero e che furono più tardi raccolti in un unico ciclo con il titolo Symphonia armoniae celestium revelationum (Sinfonia dell’armonia della rivelazione celeste). Le visioni mistiche di Hildegard conducono al centro interiore più profondo della creazione. Nella sua musica, nella visione di luce e suono, è concentrata la tensione all’Unio mystica, all’unione con Dio. In tarda età, Hildegard descrive il modo in cui riceveva le visioni, stati in cui “l’anima si eleva” e nei quali l’esperienza interiore avveniva “senza la mediazione dei cinque sensi” e “senza mai patire l’incoscienza dell’estasi”. Questa profonda visione del mondo e dell’uomo si esplica in modo particolare nei canti, nelle symphoniae. Al canto Hildegard attribuisce la possibilità di risvegliare le forze spirituali ed emotive dell’uomo e di influenzarle, poiché l’anima dell’uomo è concepita per risuonare a immagine di Dio ed è dunque intonata “sinfonicamente”: anima symphonialis est. Hildegard si riferisce qui al concetto complesso della struttura armonica dell’anima, al suo essere riflesso dell’immensità cosmica, musica mundana dunque, armonia di tutte le sfere. Per tale motivo ogni elemento ha un prprio suono, un suono originario di ordine divino. Anche l’anima dell’uomo ha „nel profondo di sé stessa questo suono meravigliosamente ordinato ed è essa stessa la melodia di tale meraviglioso suono“.

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